Piombino Dese

Piombino Dese (Pionbin in veneto) è un comune italiano di 9 534 abitanti[2] della provincia di Padova in Veneto, situato a nord-est del capoluogo.

Geografia fisica

Il territorio comunale è bagnato da diversi corsi d’acqua, tra i quali spiccano lo Zero, il Dese (da cui il toponimo), il Draganziolo, il Marzenego e soprattutto il Sile, che nasce da risorgive proprio nella zona. Caratterizzato quindi dalla ricca presenza di zone umide, Piombino è uno dei comuni compresi nel parco naturale regionale del Fiume Sile.

Origini del nome

L’etimo di Piombino dovrebbe essere in relazione con il latino plumbum “piombo”, ma è difficile stabilirne il motivo: forse è un’allusione alle caratteristiche del terreno (“del colore del piombo”), oppure si lega al martin pescatore (detto anche piombino per le sue abilità di tuffatore)[3].

Storia

Le origini

La presenza umana lungo il Sile ha lasciato numerose tracce sin dall’epipaleolitico (VI millennio a.C.), ma si è fatta più intensa durante l’età del Bronzo (1900-1800 a.C.). In questo periodo, la civiltà ha iniziato a strappare alle selve i primi spazi per l’agricoltura e il pascolo (tramite la tecnica del debbio), integrando a queste altre attività come caccia, pesca e raccolta. Si ipotizza che fosse privilegiato l’allevamento degli ovini, particolarmente adatto in un’area in cui il rapido esaurirsi delle risorse naturali portava al continuo spostamento del bestiame.

Si ritiene che gli insediamenti si concentrassero nell’area settentrionale del territori comunale. In questa zona persistono toponimi, come Vallone e Motta, che fanno pensare alla presenza di modesti dossi emergenti dalle paludi (le altitudini sono qui più basse).

Non vi sono invece tracce del periodo paleoveneto, probabilmente perché la zona si impaludò sul finire dell’età del bronzo e venne per un periodo abbandonata[4].

L’epoca romana

Durante il periodo romano si ebbe una profonda trasformazione del territorio, con una drastica risistemazione agraria. Il disboscamento delle selve e la regolazione delle acque permise la formazione di insediamenti stabili. In località Torreselle a fine ‘800 furono rinvenute tombe di epoca romana con presenza di ossa,frammenti di anfore e cocci di vasi. Frequenti nell’ultimo secolo i ritrovamenti fortúiti di monete repubblicane ed imperiali (Augusto, Claudio, Vespasiano, Onorio). Tutt’oggi strade e fossati seguono la regolarità dell’antica centuriazione ricadente nel territorio di Altino; ma si trattava di un luogo di confine, visto che la zone a nord del Sile e a sud del Muson erano sottoposte rispettivamente ad Asolo e a Padova[4].

L’avvento del cristianesimo e il medioevo

La tradizione rimanda a San Prosdocimo l’evangelizzazione del Veneto. Solo dopo la pace di Costantino (IV secolo), il cristianesimo poté diffondersi anche nelle campagne, e per un periodo coesistette con i culti pagani.

Dopo il periodo alto-medievale, con le invasioni barbariche e l’arrivo dei Longobardi, si ha la prima citazione di Piombino: in una bolla di papa Eugenio III del 1152, è ricordata tra le pertinenze della pieve di Trebaseleghe, a sua volta sottoposta alla diocesi di Treviso.

Nel medioevo il territorio si caratterizzava ancora per la notevole presenza di boschi e canali, fondamentali per l’economia di allora, basata ancora su caccia, pesca e raccolta.

Al potere vescovile successe quello laico dei comuni, ma di questo non sono registrati particolari avvenimenti riguardanti il paese[4].

La Serenissima

Tra il Tre e il Quattrocento fa la sua comparsa in terraferma la Serenissima, con grandi cambiamenti per il sistema economico e sociale.

Se nel tardo medioevo i feudi avevano diminuito le proprie dimensioni a favore della piccola proprietà borghese, a partire dal primo Quattrocento l’agricoltura comincia ad essere monopolizzata dalla nobiltà veneziana e da altre poche famiglie di spicco. Venezia aveva ormai abbandonato le tradizionali attività mercantili e industriali aperte verso l’Oriente, dedicandosi piuttosto al consolidamento dell’economia agricola dell’entroterra da poco conquistato. È questo il periodo delle ville veneteche coinvolsero particolarmente il territorio di Piombino: si ha notizia di palazzi signorili sin dalla prima metà del Quattrocento.

Parallelamente, si diffuse una nuova concezione del territorio, divenuto ora luogo dell’insediamento da modificare e riordinare in funzione dell’uomo. Si ebbero così importanti interventi idraulici volti alla regolazione dei fiumi SileZeroDese e Marzenego (XVIXVIII secolo). Le iniziative provenivano spesso dalle stesse famiglie patrizie, prima fra tutte quella dei Cornaro[4].

Monumenti e luoghi d’interesse

Chiesa parrocchiale

Da ricordare anche l’Arcipretale, intitolata a San Biagio. La chiesa fu ricostruita all’inizio del Novecento in stile neogotico ed è affiancata da un imponente campanile del 1717: con i suoi 54 metri, è uno degli edifici più alti della zona. L’abside della chiesa presenta cinque grandi vetrate dedicate ai santi protettori della comunità parrocchiale, la Madonna, S. Giuseppe (compatrono della comunità), San Biagio, San Liberale (patrono della Diocesi) e San Giuseppe Benedetto Cottolengo e contiene l’organo Malvestio a trasmissione pneumatica del 1938. Sulla sua fisionomia è basata la costruzione della basilica di Sant’Antonio di Padova (Istanbul).

Villa Cornaro

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Cornaro.

Il monumento più importante di Piombino Dese è Villa Cornaro, patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO. Progettata dal Palladio e terminata alla fine del XVI secolo è il principale edificio del centro.

Villa Marcello

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Marcello (Levada).

Sontuoso edificio del XVIII secolo, tuttora appartenente alla famiglia Marcello, sorge al est dell’abitato di Levada. Circondata da sei ettari di parco (all’italiana davanti, all’inglese sul retro), visitabile, all’interno contiene il grande salone da ballo al piano nobile che ospita splendidi affreschi di Giambattista Crosato incorniciati da stucchi di Giuseppe Zais.

La villa è famosa per aver ospitato Vittorio Emanuele II nel 1866 e Vittorio Emanuele III nel 1918 e alcune scene del film Perdiamoci di vista di Carlo Verdone con Asia Argento.

Fonte Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Piombino_Dese

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